CERNUSCO, PADRE SANDRO LASCIA L’OSPEDALE DI IKONDA

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Padre Sandro Nava e la dottoressa Manuela Buzzi lasciano il Consolata Hospital e rientreranno in Italia in questi giorni.
Hanno ritenuto doveroso informarci tempestivamente e spiegarci il perché di questa scelta; i motivi per cui lasciano l’ospedale sono fondamentalmente due.
«Il primo è che da alcuni anni è in atto nel nostro Istituto della Consolata una ristrutturazione che vede la suddivisione per continenti sia dell’amministrazione che della giurisdizione. Di pari passo, per il continente Africa si è passati alla africanizzazione, ossia l’affido delle emissioni dei progetti realizzati ai missionari locali. Questo accade anche perché da molto tempo dall’Italia e dall’Europa non giungono più nuove leve di missionari e i pochi rimasti sono ormai anziani – spiega padre Sandro – Anche il Consolata Hospital di conseguenza è interessato da questa evoluzione. Inoltre, abbiamo anche notato in diverse circostanze che la direzione del nostro Istituto vuole dare un’impostazione diversa all’ospedale, cioè fare in modo che oltre ad auto finanziarsi, diventi esso stesso fonte di reddito. C’è stato chiesto anche di aumentare i prezzi delle medicine, degli interventi… per poi con il profitto ricavato finanziare l’istituto qui in Tanzania. Noi non l’abbiamo mai fatto e ci siamo opposti; a questo punto la mia risposta è sempre stata che noi in Africa, soprattutto in una realtà come quella del Consolata Hospital, non siamo venuti per fare i soldi, ma per perseguire il carisma della Consolazione e per l’annuncio evangelico. A questo spirito abbiamo sempre orientato la nostra attività e devoluto i vostri aiuti».
Un secondo motivo sono le costanti difficoltà con il governo e la sua politica con richieste di tasse e altro. Basti pensare che un medico che viene dall’Italia a prestare gratuitamente la sua opera come volontario, pagando il biglietto aereo e portando anche aiuti all’ospedale deve pagare una registrazione e una tassa per un totale di 750 dollari per due anni oppure 500 dollari per due mesi.


«Noi non abbiamo mai ceduto a ricatti o quant’altro al punto che io dicevo sempre a tutti che “qui bisogna pagare ricchi per poter aiutare i poveri” – ha aggiunto padre Sandro – Inoltre il Consolata Hospital è considerato uno dei migliori ospedali in Tanzania e questo ha suscitato invidie e gelosie: noi con la nostra opera di carità avremmo, secondo qualche persona autorevole, rovinato il business di molti».
Questi i motivi che hanno spinto padre Sandro e Manuela Buzzi a lasciare il Consolata hospital per non venir meno ai loro principi.


«Questi di anni di Ikonda sono stati bellissimi di grande impegno a favore dei poveri e degli ammalati. Tutto questo è stato possibile grazie alla vostra generosità. Quante opere realizzate e quanti poveri e ammalati avete aiutato! Senza il vostro aiuto non saremmo riusciti a fare ciò che abbiamo fatto. Io dico spesso che tutto è registrato sulle vostre carte di credito prezzo la “banca paradiso”».
La dottoressa Manuela tornerà a lavorare in farmacia in Italia; ha speso 13 anni a Ikonda, gli anni migliori della sua vita, mentre a Padre Sandro è stato proposto un anno sabbatico che servirà a ritemprarsi e curare qualche avvisaglia di malanni e soprattutto aggiornarsi per prepararsi a eventuali future attività apostoliche. L’associazione ha chiuso la sua attività e quindi non svolgerà più il compito di raccogliere offerte e aiuti per l’ospedale di Ikonda.
«A tutti i membri dell’associazione un grande grazie per tutti gli aiuti e la generosità che hanno permesso fino ad ora di aiutare tanti poveri e ammalati – conclude il missionario cernuschese – Vi salutiamo con grande riconoscenza e vogliamo ricordarvi con una semplice parola: grazie, in lingua kiswahili “Asante sana”».
E’ infatti seguito a tutti i donatori un comunicato stampa dell’associazione Amici Ikonda Hospital.
«Portiamo a conoscenza di tutti i benefattori che, in seguito al passaggio del Consolata Hospital di Ikonda ai missionari della Consolata della Regione Tanzania, l’associazione amici Ikonda Hospital ha chiuso definitivamente la sua attività. I soci, non avendo più d’ora in poi padre Sandro e la dottoressa Buzzi come referenti responsabili e garanti presso l’ospedale, soprattutto per quanto concerne la trasparente e corretta destinazione delle future donazioni provenienti dai benefattori, hanno ritenuto opportuno terminare l’attività di raccolta fondi e sciogliere l’associazione. I membri ringraziano vivamente tutti coloro che hanno sovvenuto con tanta generosità il sodalizio  e che hanno collaborato con entusiasmo e contribuito nel corso di questi anni alla realizzazione del grande progetto del Consolata Hospital di Ikonda».

D.V.

Articolo di D&F di maggio 2019 sull’incontro con padre Sandro



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