Ugo Foscolo a inizio 1800 ne I Sepolcri affronta il tema del ricordo e dei sentimenti veicolati dalle sepolture visti come strumenti attraverso cui i defunti continuano a vivere nella memoria dei loro cari. Tutto ciò criticando nel contempo la novità imposta dalla legislazione francese di allora che imponeva la collocazione dei cimiteri al di fuori delle mura cittadine e lapidi composte dal solo nome del cittadino defunto.
Oggi far visita ai propri cari al cimitero è anche l’occasione per passeggiare tra loculi e tombe per una preghiera, osservando volti e ricordando quelle persone che hanno fatto parte della nostra vita e di quella del paese.
Lapidi e foto fanno rivivere ricordi non solo a parenti, ma anche alle persone che, specie nel periodo dedicato ai morti, passano tra le tombe per una preghiera per tutti i defunti.
Per questo guardo con un po’ di scettiscismo la scelta di tenere per sé o in luoghi dispersi le ceneri del defunto; così facendo si impedisce che il suo ricordo riviva nella gente. Pur rimanendo l’affetto infatti, manca il ricordo visivo, quello che rimane più a lungo nella memoria di chi rimane.
Le tombe, specie quelle di un tempo, per alcuni altere in marmo pregiato, più semplici per altri, sono una forma di cultura e arte, legate a un certo periodo storico. All’ingresso del cimitero di Cernusco si trovano lapidi monumentali risalenti a due secoli fa.
Lì è passata e rivive parte della storia del nostro paese e ho apprezzato molto il gesto di alcuni volontari cernuschesi di ripulire queste tombe.
Una tomba che sicuramente non passa inosservata (nella foto, in un suggestivo scatto notturno di Bianca Sacheli di Effeotto) è quella di don Ambrogio Magnoni, cappellano delle Preziosine del 19esimo secolo. Fu un sacerdote di grande pietà, conosciuto come taumaturgo che richiamava attorno a sé gente di Cernusco e dai paesi vicini. Morì nel 1895 in odore di santità tanto che la sua tomba ancora oggi è oggetto di interesse da parte di molti fedeli che, mentre pregano per richiedere una grazia, accarezzano la lapide, quasi per cercare un contatto con lui. Anche la cappella dei nostri sacerdoti viene spesso visitata e nascosti si possono vedere, scoperchiando un tombino, alcuni teschi.
In occasione della giornata dei morti, un tempo giornata festiva, il cimitero dove giacciono i nostri cari non deve essere visto come un luogo di tristezza e pianto, ma un luogo dove il ricordo è conforto e speranza. Di un’altra vita oltre la morte.
D.V.