I PRIMI 80 ANNI DEL MAESTRO

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Oggi 14 giugno, Francesco Guccini spegne 80 candeline, e come non si può non festeggiare un artista immenso che ha scritto dei testi poetici e unici, che sanno ancora oggi toccare l’animo umano dal profondo dell’anima?Un’artista che fin dagli inizi ha sempre pensato di fare musica per raccontare la realtà della vita e delle nostre storie, senza pensare alla smania del successo da raggiungere a tutti i costi, insomma dal primo lavoro Folk beat numero 1 del 1967 all’Ultima thule del 2012, il Guccio ha sempre proposto canzoni che andavano oltre il solito ascolto da una cantata e via, ma testi che hanno il loro tempo e la loro pazienza, per essere imparati e assimilati, ma che una volta appresi rimangono nella memoria in eterno, e che alla prima occasione, valgono sempre la pena di essere reinterpretati.
Chi non è cresciuto amando alla follia brani come L’avvelenata, Autogrill, La Locomotiva, Noi non ci saremo, Dio è morto, Gli amici, Eskimo, Radici, ecc.?
Guccini, assieme a De Andrè, Bennato e pochi altri, rappresenta a mio parere il culto per eccellenza del cantautorato italiano degli ultimi sessant’anni, e pensate che Dario Canossi, (nella foto sopra) cantante e chitarrista dei Luf, ha avuto il grande onore di conoscerlo, e nel 2012 la band brianzolo/bresciana, ha pubblicato un disco chiamato, I Luf cantano Guccini, dove il gruppo riesegue a suo modo undici classici del repertorio del Bob Dylan tosco/emiliano.
Guccini infatti è nato a Modena in Emilia Romagna, ma da diversi anni vive a Pavana, sull’Appennino tosco/emiliano vicino a Pistoia, dove fan e curiosi ogni tanto passano anche a trovarlo a casa, facendo diventare il paesino in questione, una meta di cultura e turismo, quasi ai livelli di Zocca per Vasco Rossi, e Correggio per Luciano Ligabue; quest’ultimo suo amico da molti anni con cui ha condiviso l’esperienza cinematografica nel lungometraggio Radiofreccia del 1998.


Oggi per Guccini, è un giorno festoso, che quasi fa pensare alla fiera di San Lazzaro, la cui canzone dedicata a questa sagra è stata cantata dal maestro sia in coppia con Andrea Mingardi, sia in un duetto esilarante con Enzo Iachetti, di cui si può trovare sul web, un video in cui c’è questa combination, tutta da ridere…
E allora speriamo che il Guccio ci regali altri giorni come questo, e chissamai, se un giorno parleremo del suo centesimo compleanno, questo lo scopriremo tra vent’anni, più o meno. Staremo a vedere.

S.R.



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