MARTA CAGNOLA RACCONTA IL SUO SANREMO

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Marta Cagnola nasce a Vimercate (dove vive tuttora) nel 1973. Dal 2000 lavora a Radio24, dove si occupa di spettacoli, nei giornali radio e nelle trasmissioni. Il sabato pomeriggio dalle 16 alle 18 conduce una trasmissione che si chiama Radiotube, dedicata alle novità di musica, televisione e libri e alle notizie del mondo della rete.

Marta, lei rappresenta un pezzo di Brianza a Sanremo. Da quanti anni partecipa alla kermesse più amata dagli italiani come inviata?
Nel 2024 è il mio Sanremo numero… 24! Il conto è facile, perché ho iniziato nel 2001. Avevo poca esperienza e all’inizio è stata una grande avventura, ma era un sogno che coltivavo fin da quand’ero bambina.

Cosa significa raccontare San Remo dalla sala stampa; che aria si respira? Quanto lavoro comporta?
Quella del festival è una settimana molto intensa, ma in realtà il lavoro dei giornalisti inizia molto prima. Da quando il direttore artistico annuncia i brani in gara, si inizia a lavorare sui contatti con gli artisti e i loro uffici stampa. Circa tre settimane prima dell’inizio del festival, i giornalisti vengono invitati ai cosiddetti “ascolti” una mattinata in cui, a porte chiuse e con un accordo di segretezza, ascoltiamo per la prima volta e in esclusiva i brani in gara. Questo serve a stilare le prime pagelle ma anche a prepararsi alle interviste “anticipate” Molti cantanti scelgono di incontrare la stampa anche prima della manifestazione, per cominciare a spiegare il progetto, la canzone, il lavoro di preparazione verso la settimana della kermesse. Quando arrivano i giorni del festival veri e propri, ci si trasferisce in Riviera. Il lavoro della sala stampa inizia tutti i giorni alle 10, con i dati d’ascolto della trasmissione televisiva. Verso le 12.30 c’è la conferenza Rai, con tutti i commenti della sera prima e, appunto, del risultato Auditel. Nel pomeriggio, ancora incontri con i cantanti e la sera si guarda il festival tutti insieme in sala stampa da un maxischermo. Tra una cosa e l’altra, ovviamente, il lavoro di scrittura per i giornali, i siti, le dirette radio e tv. Non ci si ferma mai. E non si va mai a dormire… Raramente si prende sonno prima delle tre del mattino.

Cosa pensa delle edizioni di Amadeus? E di lui?
Dal punto di vista dei risultati non possiamo non essere unanimi sul dire che è il recordman non solo degli ascolti, ma anche delle classifiche discografiche. È anche riuscito nell’impresa più importante: quella di avvicinare Sanremo al pubblico più giovane, attraverso la tv, ma anche i social e i video su Raiplay. Dal punto di vista professionale – e umano – lavorare con lui è davvero piacevole. Certo, stare dietro ai suoi innumerevoli “annunci” è un’impresa, ma è uno dei conduttori più gentili e disponibili della televisione italiana. Una menzione, poi, la merita il suo ufficio stampa, Gina Cilia: dopo anni di collaborazione sento di annoverarla tra le mie amicizie sincere.

Tra le proposte di quest’anno c’è chi ha suscitato in lei un po’ di curiosità?
Ovviamente siamo sempre curiosi di scoprire i giovani che conosciamo meno. Io, però, confesso di tifare sempre per i più “anziani ” sul palco: mi piace considerare il loro ruolo vicino a quello di un premio alla carriera. E ogni volta ci stupiscono con delle proposte molto contemporanee, che alla fine conquistano anche i ragazzi.

Ha già un brano o un artista preferito che vorrebbe sul podio? (senza svelarlo)
Quest’anno è difficile. Ci sono tanti artisti che ascolto abitualmente, ci saranno tanti potenziali tormentoni che canticchieremo in continuazione. Diciamo che ci sono almeno otto artisti che possono aspirare al podio. E se lo meriterebbero tutti, per i successi che hanno registrato nelle ultime stagioni.

Cosa ci dobbiamo aspettare?
Balleremo tantissimo, perché la gran parte delle canzoni ha, come si dice in gergo “a cassa dritta”,  Poche canzoni lente, ma molto intense. E sicuramente ci dobbiamo aspettare di fare le ore piccole. Qualcuno, scherzando, dice che la settimana di Sanremo dovrebbe essere festiva per tutti…

 C’è un ricordo o un episodio particolare che vuole condividere riguardo il festival?
Ce ne sarebbero tantissimi, ovviamente. Mi piace però ricordare che quando ero piccola fantasticavo di essere uno di quei giornalisti che si vedevano discutere con i cantanti al Dopofestival, che ovviamente vedevo videoregistrato il giorno dopo, tornata da scuola. Ora che le serate sono quasi infinite il Dopofestival non c’è più, ma per fortuna ho fatto in tempo a parteciparvi, per qualche anno. Devo dire che almeno uno dei miei desideri sanremesi l’ho realizzato! Resta ancora quello di cantare, sul palco dell’Ariston. Ma abbiamo visto che i concorrenti non hanno età, dunque potrebbe ancora succedere, prima o poi, perché no?

S.B.



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