11 FEBBRAIO, DONNE E RAGAZZE NELLA SCIENZA

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La Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza è stata istituita nel 2015 dall’Assemblea Nazionale dell’ONU, e patrocinata dall’UNESCO, con lo scopo di sensibilizzare e invitare gli Stati membri, le università, la società in generale “a promuovere la piena ed equa partecipazione di donne e ragazze nelle scienze, in materia di istruzione, formazione, occupazione e processi decisionali”.
A giugno 2020 l’Istituto di Statistica dell’Unesco (UIS) ha presentato i dati sulle donne nella scienza: solo il 30% dei ricercatori del mondo è donna. L’Italia si attesta nella media mondiale con il 34% di donne nella ricerca. Negli ultimi cinque anni il 18% delle ragazze sceglie di studiare materie appartenenti alle Stem ( Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).
Anche il tasso di occupazione e lo stipendio tra laureati e laureate differisce. La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto negativo proprio sulle donne che lavorano in ambito scientifico: molte si sono ritrovate a dover rinunciare alla carriera per badare alla casa e ai figli, o ancora sono state licenziate. Questi sono alcuni dati che chiariscono la scelta dell’Onu di istituire questa giornata.
Pensando al futuro le Nazioni Unite si sono poste questi obiettivi per il 2030: accesso pieno e paritario e partecipazione per le donne di ogni età alla scienza, alla tecnologia e all’innovazione, così da raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne;  parità di accesso delle donne all’istruzione, alla formazione e alla scienza e tecnologia, alla piena occupazione e al lavoro dignitoso;  uguaglianza di genere ed emancipazione delle donne come contributo cruciale al progresso in ogni obiettivo e traguardo dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Ad oggi è ancora necessario parlare delle differenze di genere, soprattutto in alcuni ambiti e settori; è corretto sensibilizzare l’opinione pubblica e educare bambini e ragazzi.
Ci auguriamo di arrivare ad un domani nel quale queste disquisizioni non saranno più necessarie, un domani in cui la diversità e l’equità saranno principi consolidati e valorizzati.

V.C.



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