CERNUSCO, IN BIBLIOTECA LA BANALITA’ DEL MALE

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Sabato 28 gennaio presso la biblioteca comunale  di Cernusco l’assessore alla cultura Pietro Santoro ha presentato il professor Giuseppe Ascoli, giovane docente di lettere al liceo Parini di Lecco, da lui invitato per parlare del libro La banalità del male, un resoconto del processo intentato al nazista Otto Adolf Eichmann svoltosi a Gerusalemme dall’11 aprile 1961 in avanti. Prima di questo processo si era già svolto quello di Norimberga contro i più alti gradi del nazismo. Eichmann era fuggito in Argentina subito dopo la fine della guerra, rintracciato nel 1960 e tradotto a Gerusalemme per il processo. Doveva rispondere di 15 imputazioni per crimini contro il popolo ebraico, contro l’umanità e crimini di guerra sotto il regime nazista.
L’Arendt, come inviata del giornale The New Yorker,  ha seguito tutto lo svolgimento del processo  e il libro contiene le sue riflessioni a partire dagli articoli scritti in quella occasione. Si tratta di un testo complesso, dibattuto e molto studiato. Analizza il fenomeno dell’antisemitismo, il movimento sionista e la progressiva massificazione della società messa in opera dal nazismo, facendo leva sul mito della superiorità della razza ariana, per annullare progressivamente gli oppositori politici del regime specialmente i comunisti  e annientare quella parte della popolazione che non corrispondeva ai canoni della “razza ariana” (ebrei, rom ,sinti, handicappati sia fisici che mentali, ecc) e realizzare la cosiddetta soluzione finale.
La Arendt è una ebrea tedesca, filosofa allieva di Heidegger e Jaspers, era fuggita dalla Germania nel 1933 e si era rifugiata in Francia per sfuggire alle persecuzioni che erano già in atto. Nel 1940  nella Francia occupata dai nazisti, era stata catturata, ma era riuscita a fuggire negli Stati Uniti.
Qui ha vissuto il resto della sua vita (è morta nel 1975). Ha insegnato nelle più prestigiose Università degli Stati Uniti; ha scritto moltissime  opere tra cui Le origini dei totalitarismi  e svolto attività giornalistica.
È seguito un dibattito col pubblico che ha portato da attualizzare ai giorni nostri le riflessioni di Ascoli sui rischi dell’indifferenza e sull’oscuramento delle coscienze.

 L.R.

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