IN RICORDO DI GIOELE

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E ora, nei nostri occhi chiusi, gonfi di lacrime, riaffiorano le tue immagini; questi occhi vogliono riaprirsi per rivederti in questi corridoi, al tuo banco. Ma la nostra bocca resta chiusa, serrata, come per un sepolcro la sua pietra; i nostri cuori, attoniti, che cercano una ragione. Le nostre labbra non riescono ad aprirsi ad esprimere il De profundis, il grido, perché la tragedia presente soffoca la nostra voce.

Tu non hai ascoltato il nostro grido per la vita di Gioele, di questo fanciullo buono, mite, innocente, un nostro figlio. 

E noi, come questa giornata la cui pioggia bagna le nostre gote, tuttora viventi in questa inesorabile primavera che riporta la natura alla vita, siamo straziati dalla mancanza, siamo lacerati dalla gravosa assenza. Il nostro cuore, placato solo dal dolce ricordo del tuo viso, possa superare l’oltraggio ingiusto e mortale inflitto a questo nostro figlio carissimo, alla sua famiglia, a noi e a tutta la nostra comunità cittadina. Ma noi siamo certi che ti ritroveremo, in un’altra mensa, in un’altra aula, in una nuova primavera, felici e nessuna lacrima solcherà il nostro viso, nessun dolore spaccherà il nostro cuore.
In questa speranza, noi ti salutiamo come in una comune giornata di primavera, scambiandoci uno sguardo, con la tua piccola cartella, sorridente e tranquillo.   

Ciao Gioele!

Pietro Santoro, coordinatore di plesso



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