LOMAGNA, TOCCANTE INTERVISTA AL DOTTOR PANZERI

Pubblicato Il
- Updated

Jakob Panzeri, (sopra nella foto),  29 anni medico di Lomagna, ha raccolto in ‘Emozioni virali – le voci dei medici dalla pandemia’ le testimonianze dei medici che hanno vissuto in prima linea l’emergenza sanitaria.

Dottor Panzeri, da quanto tempo fa il medico di base a Verano Brianza?
Ho 29 anni e sono un medico di medicina generale. Mi sono laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Ho fatto una tesi in Oncologia presso l’ospedale San Gerardo di Monza. Ho scelto di fare il medico di famiglia per il contatto con le persone: dietro un sintomo c’è sempre una persona. A maggio 2020 ho aperto il mio ambulatorio a Verano Brianza.

Quale è il ruolo del medico di famiglia durante la pandemia?
Il medico di famiglia è il primo medico con cui la persona viene a contatto. Quando una persona sta male, chiama il suo medico di famiglia. Penso che il territorio abbia un ruolo fondamentale, perché una diagnosi e una terapia precoce può fare la differenza. Una buona gestione domiciliare del paziente permette di salvare vite ed evita di saturare gli ospedali. Voglio citare anche i colleghi delle USCA che stanno aiutando noi medici di famiglia a gestire i pazienti a domicilio.

Come procede la campagna per il vaccino antinfluenzale?
Io ho aderito alla campagna per la somministrazione del vaccino antinfluenzale. Ho organizzato sedute specifiche su appuntamento per evitare assembramenti e garantire la sicurezza dei miei pazienti. Purtroppo, sono stato costretto a cancellare alcune sedute e rimandare gli appuntamenti, a causa dei ritardi nella consegna del vaccino. La prossima consegna dovrebbe avvenire intorno a metà dicembre. Cercheremo di vaccinare il più alto numero di persone possibili, dando la priorità ai pazienti più anziani e fragili.

Lei è stato ammalato di Covid?
Nel mese di marzo sono rimasto contagiato dal coronavirus. Ero in servizio presso la guardia medica. Sono stato ricoverato per 14 giorni presso l’ospedale Sant’Anna di Como. Ringrazio medici, infermieri e tutto il personale dell’ospedale di Como che mi ha curato con professionalità e umanità. Dopo essere guarito, ho donato il plasma e ho finalmente realizzato il sogno di aprire il mio ambulatorio.

Lei ha raccontato la sua storia in un libro?
Ho partecipato alla scrittura del libro Emozioni Virali. Le voci dei medici dalla pandemia pubblicata da Il Pensiero Scientifico Editore a cura della dottoressa Luisa Sodano. Il libro raccoglie le testimonianze di 37 medici di tutta Italia in prima linea contro il Covid. Non è stato facile ripercorre le emozioni vissute, ma sentivo il dovere di dare la mia testimonianza. Ho partecipato volentieri a questo progetto perché il ricavato del libro sarà devoluto alle famiglie dei medici deceduti. A oggi in Italia 219 medici sono morti a causa del Covid. Rendo omaggio a chi ha dato la vita per i propri pazienti. Rendo omaggio a chi ha dato la vita per amore e per dovere, memore di un giuramento, il giuramento di Ippocrate, che impegna ogni medico a mettersi al servizio della vita.

Lo presenterete in zona appena sarà possibile riprendere le frequentazioni?
Quando le condizioni le permetteranno, certamente organizzeremo degli incontri di presentazione. Al momento facciamo incontri di presentazioni online. Io tengo anche incontri di divulgazione scientifica per le scuole. Ho tenuto diversi incontri anche per le scuole del nostro territorio come il liceo Zucchi di Monza (il mio ex liceo) e gli istituti meratesi Agnesi e Viganò, grazie alla didattica alla distanza. Credo nei nostri ragazzi e ho la speranza che ci aiutino a costruire un mondo migliore.

Come possiamo difenderci dal virus?
Prima di tutto utilizzando in maniera corretta la mascherina. Ricordo che la mascherina deve coprire sia il naso che la bocca. Fondamentale anche una buona igiene quotidiana e il lavaggio frequente delle mani, oltre all’importanza di rispettare il distanziamento fisico e ridurre le uscite allo stretto necessario, secondo le normative vigenti. Finché non avremo nuove cure (per esempio gli anticorpi monoclonali) e un vaccino affidabile e sicuro, dovremo continuare con il virus. Tutto ha un inizio e tutto ha una fine: sarà così anche per il coronavirus. Anche l’oscurità deve passare. Arriverà un nuovo giorno. E torneremo ad abbracciarci, più forti di prima, nessuno escluso.

Cosa può dire a chi ancora oggi nega questa emergenza?
Vi prego, vi scongiuro, non credete a quanti vi dicono che di Covid non si muore. Hanno la fortuna di non averlo visto con i propri occhi e di non averlo provato sulla propria pelle. Non credete loro, per il bene vostro e dei vostri cari. Purtroppo, il virus è reale. In Italia circa 55 mila persone sono morte per il Covid.  Questo non è un gioco, non è un reality dove vince il più furbo. Chi pensa di fare il furbo, rischia di fare solo del male a sé stesso, ai propri cari e al prossimo. Nessuno si salva da solo. Se tutti noi rispettiamo le regole, insieme ci salveremo.

C’è qualcosa in questo periodo che l’ha maggiormente colpita?
In questi sei mesi ho conosciuto tante persone che hanno affidato nelle mie mani le loro storie, le loro speranze, le loro lacrime e i loro sorrisi, anche se coperti dalla mascherina. Sono emozioni uniche e irripetibili. Ogni paziente incontrato mi ha donato qualcosa. Amici e pazienti mi chiedono spesso: “Ma non hai paura?”. Non posso permettermi di avere paura. Posso solo fare ciò per cui per anni ho studiato, lottato, pregato e giurato. Questa è la mia missione.

S.F.



Mobile Sliding Menu

© Copyright 2024 Dentro&Fuori - Tutti i diritti riservati