MONTEVECCHIA, L’ALTRA META’ DEL CIELO IN AIUTO ALLE DONNE

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È stata una serata dedicata alla sensibilizzazione sulla violenza contro le donne quella organizzata dal Comune di Montevecchia e che si è svolta nella serata di giovedì 25 settembre a La Casetta Bis.
Sara Manzella, consigliere alla cultura, per l’occasione ha invitato Amalia Bonfanti, presidente dell’associazione L’Altra Metà del Cielo e la scrittrice Elena Rausa che in due momenti distinti ha offerto una breve riflessione leggendo il brano Il pozzo delle donne di Natalia Ginzburg e la risposta di Alba De Cespedes. Se la Ginzburg afferma che le donne “hanno ogni tanto la cattiva abitudine di cascare in un pozzo, di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e affogarci dentro, e annaspare per tornare a galla” la De Cespedes risponde che i pozzi sono la forza delle donne.
È intervenuto per un breve saluto il sindaco Ivan Pendeggia che ha esortato tutti all’attenzione, all’ascolto e a percepire i segnali di aiuto attorno a noi perché tutta la rabbia e la violenza non abbiano a ripetersi. Sul petto due numeri importanti e facili da ricordare 1522.

 

L’Altra Metà del Cielo nasce a Merate come associazione culturale nel 1997 da un gruppo di donne interessate a organizzare attività culturali e ludiche di interesse generale che diventa nel 2007 Associazione L’Altra Metà del Cielo – Telefono Donna di Merate e che aderisce alla Rete Regionale dei Centri Antiviolenza. La presidente Amalia Bonfanti non si è presentata al pubblico, intervenuto numeroso, con delle slide come le era stato proposto, ma ha parlato di getto, quello che ha dentro lo ha esposto senza troppi giri di parole, frutto di tanta esperienza di vita e di dedizione a chi chiede aiuto, a chi ha bisogno: alla donna. «La violenza non è cieca e vede dappertutto – ha spiegato – il raptus non esiste, la violenza si costruisce piano piano. Quando siamo chiamati a intervenire ascoltiamo senza giudicare e aiutiamo nella misura in cui le donne vogliono essere aiutate, decidendo insieme dei percorsi».
I dati esposti sono davvero allarmanti, l’80% delle donne che chiede aiuto ha figli, da gennaio sono 130 le donne prese in carico tra il meratese e il casatese e si presume possano diventare per la fine dell’anno 140.  24 sono sotto protezione, perché rischiano di essere uccise, con 27 bambini. Le case di accoglienza da 6 sono passate a 9. Il servizio è coperto 24 ore su 24, intorno alle volontarie ruota un team di psicologhe e avvocate e a supporto dell’associazione c’è una rete di aiuti concreti come Soroptimist, Croce Rossa, Cav … che permette di andare incontro alle innumerevoli necessità. Sono 20 le nuove volontarie che vogliono entrare nell’associazione, per loro il percorso non è breve ed è selettivo infatti, dopo un corso con team specializzato, è poi con un test che vengono ammesse.
«È importante diffondere la cultura del rispetto – ha concluso la presidente – e agli uomini presenti chiedo di riconoscere il valore della donna che hanno al loro fianco. Noi donne abbiamo acquisito tanti diritti ma il rischio di perderli c’è sempre, dobbiamo tenere alta la guardia».

M.C.



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