OSNAGO, PAOLA VITA FINZI INCONTRA LE QUINTE DEL COMPRENSIVO

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«Mantenete la memoria di questa giornata» è la raccomandazione finale che Paola Vita Finzi, 91 anni, di famiglia ebraica ed ex rifugiata nel periodo della Seconda guerra mondiale, ha voluto lasciare ai bambini delle quinte elementari del Comprensivo venerdì 26 gennaio presso la Sala Sironi di Osnago.
A introdurre la testimonianza l’assessore all’Istruzione del Comune di Cernusco Renata Valagussa che ha ringraziato le maestre e le autorità presenti, i sindaci Gennaro Toto di Cernusco e Paolo Brivio di Osnago e in particolare Gerardo Biella, consigliere comunale di Cernusco con delega alla Cultura e docente dell’università di Pavia, dove Paola Vita Vinzi è professore emerito e per alcuni anni ha ricoperto il ruolo di pro-rettore. A guidare l’incontro con alcune domande i bambini del Consiglio sovraccomunale dei ragazzi e delle ragazze, sulla sua vita da studente, sul suo dover lasciare il Paese e rifugiarsi in Svizzera e i sui rapporti con le persone prima, durante e una volta terminata la guerra.

Ultima di tre figli, Paola era nata nel 1932, dopo Emilio (1928) e Gisella (1930). La famiglia viveva a Milano dove il padre Aldo lavorava come ingegnere presso una ditta privata, mentre la madre Matilde si prendeva cura della casa e dei bambini.
Nel suo racconto Paola ha ricordato in modo particolare il periodo dal 1935 al 1937, anni in cui suo padre Aldo fu lontano da casa perché richiamato nell’Esercito italiano per prendere parte alla Guerra d’Etiopia. A causa delle leggi razziali, ha frequentato dalla prima elementare la scuola ebraica prima a Milano e poi a Venezia. Dopo l’8 settembre insieme alla sua famiglia ha cercato di nascondersi in diverse zone d’Italia, ma ha poi dovuto trovare rifugio in Svizzera.
Il racconto della fuga in Svizzera, le testimonianze raccolte, come l’incontro con la famiglia Levi, negli anni successivi, sono stati raccontati con emozione, perchè sono ancora ricordi vivi che hanno sicuramente lasciato un segno nei ragazzi presenti in platea.
Ha voluto omaggiare le Amministrazioni con due copie del libro Emilia Levi – Fiori di speranza, che racchiude la testimonianza di una bambina deportata nei campi di concentramento che andrà incontro alla morte, libro che riporta sulla quarta di copertina una frase di Liliana Segre e una della stessa Paola Vita Finzi.
«Il tempo che ci ha dedicato è talmente prezioso che ci ha commosso – è il messaggio finale di uno dei rappresentanti degli alunni –  Ma siamo più forti perché sappiamo che le sue parole ci aiuteranno a costruire un mondo migliore. Grazie per aver condiviso la sua storia e grazie per il suo coraggio per averla vissuta».

D.V.

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