OSNAGO RICORDA IL SUO PARROCO

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A seguito della scomparsa del parroco don Costantino Prina, numerosi i messaggi degli osnaghesi in suo ricordo.
I funerali si terranno sabato 9 ottobre alle 10.30 al Cpo di via Gorizia e saranno trasmessi, come il rosario, in diretta sul canale Youtube della parrocchia; il Comune ha emanato l’ordinanza di lutto cittadino.
«Desidero esprimere, a nome dell’Amministrazione comunale di Osnago, le condoglianze più accorate e commosse per la morte del nostro parroco – ha scritto il sindaco Paolo Brivio – Eravamo purtroppo preparati a ricevere la triste notizia. E penso di interpretare il sentimento dell’intera popolazione, affermando che la scomparsa di don Costantino lascia e lascerà per lungo tempo un vuoto profondo nella nostra comunità. In questo momento di dolore e smarrimento, però, sperimentiamo anche sentimenti di ammirazione e consolazione, ripensando al servizio che ha garantito alla parrocchia e al paese per 14 intensi anni, e alla testimonianza di coraggio, dignità e speranza che, pur nella malattia e nella sofferenza, ha reso fino all’ultimo. Di don Costantino non potevano non colpire le tante qualità. Umane e intellettuali, oltre che spirituali e pastorali. È stato una guida mite, ma lucida della comunità parrocchiale, una persona cortese e sorridente, un maestro capace di calare una fine cultura nella quotidianità della sua gente, un intelligente promotore di opere e azioni educative, artistiche, sociali, caritative. Soprattutto, pur nella fermezza della sua fede, è stato uomo dell’ascolto e del dialogo, della collaborazione e del rispetto, dell’accoglienza e del perdono: virtù civiche capitali, in un tempo di grandi cambiamenti e in una società in profonda trasformazione, anche a Osnago. Addolorati per la sua scomparsa, siamo però lieti che don Costantino abbia scelto il nostro paese per il suo riposo oltre la vita terrena. Così lo sentiremo sempre vicino. E avremo un motivo in più per cercare di essere all’altezza del suo esempio».
«Con profondo dispiacere che abbiamo appreso della scomparsa di don Costantino che ci ha accompagnato in questi anni con la sua disponibilità e la sua presenza sempre discreta. La forza con la quale ha saputo affrontare la malattia ci sarà di esempio ogni volta che incontreremo una difficoltà sul nostro cammino. Lo ringraziamo per la sua testimonianza di fede, sensibilità e umiltà. Lo ricorderemo sempre con affetto«. E’ il messaggio dell’Asd polisportiva Cpo.
«Credo che questi 14 anni a Osnago, nella nostra parrocchia, siano stati importanti per tutti noi e, se posso, per me sono stati segnati dal mio percorso nella vita religiosa con la Prima Professione nel settembre 2007, quindi dal suo arrivo, e dalla Professione Perpetua nel 2012 – ricorda suor Manuela Gesti –  Don Costantino ha sì accompagnato il mio cammino personale e spirituale, ma anche alcuni momenti di dolore della mia famiglia, come l’ultimo viaggio di mia nonna e di mio papà… E in tutti questi momenti è stato sempre una persona molto discreta, che sapeva attendere, sapeva accogliere e sapeva “esserci”. Anche in questi ultimi mesi che ho trascorso a Osnago c’è stato… Fino all’ultimo si è speso per la sua comunità, pur consapevole che la malattia lo stava privando delle forze necessarie per portare avanti il suo ministero tra la gente. Alla sera della vita il Signore appunto ci chiederà quanto abbiamo amato: don Costantino, possiamo dirlo, ha amato fino alla fine dei suoi giorni, sapendo che la sua comunità lo avrebbe accompagnato fino al suo incontro con il Signore. La vita è quella che va oltre la morte, la vita è l’incontro con il Padre e con il Signore risorto che ha servito per 50 anni, la vita è l’essere stato accolto tra le braccia di Maria… La “sua vita” donata per la parrocchia è il passaggio di testimone che ci lascia come eredità di amore grande, vissuto fino alla fine, e sicuri che non terminerà mai. Grazie don Costantino, per tutto. Non è un Ad-Dio, ma un affidarti a Lui, sicuri che da lassù continuerai a tenerci tutti per mano».
«Ciao don, sì, oggi voglio darti quel tu che non sono mai riuscita a darti in vita: prevalevano sempre il “Lei” invece che il “tu”, il “buongiorno” invece che il “ciao” – è il pensiero di Veronica, catechista della parrocchia – Ti ringrazio per avermi accolta da subito e sempre senza “se” e senza “ma”, pur sapendo poco di me, per le tue poche domande e per i tuoi tanti grazie. Ti voglio ricordare con il sorriso e gli occhi vispi, con la tua semplicità mista a testardaggine e il sentimento di accoglienza che nutrivi sempre verso il prossimo, chiunque fosse. Mi piace pensare che la tua morte nel giorno di oggi non sia un caso ma una Dio – incidenza: te ne sei andato proprio nel giorno della Madonna del Rosario. Proprio quel Rosario che eri solito sgranare e recitare sempre durante tutto l’arco della giornata. Ti ricorderemo con la tua voglia di essere testimone fino alla fine, anche nei momenti più difficili. Ti pensiamo in cielo vicino al Signore, a fianco di Maria con il tuo rosario in mano. Proteggi dall’alto tutti noi che da oggi ci sentiamo un po’ più soli e spaesati… Ad – Dio don Costantino e grazie di tutto».
«Come parroco la comunità l’accolse nel 2007 presso il santuario della Madonna di Loreto. Era un pomeriggio ottobrino ricco di promesse operose – è il ricordo personale del maestro Alfredo Ripamonti – Dopo le cerimonie d’insediamento, il nuovo parroco si mise alla ricerca di elementi utili a intessere la strategia di una buona disciplina operativa. Impresa non proprio così semplice. Nei limiti delle sue possibilità, ideò un percorso ideale verso un traguardo che sperava raggiungibile durante una lunga permanenza tra noi. Secondo le sue attitudini, don Costantino si dedicò in effetti ai contatti e al sostegno soprattutto degli anziani e dei bisognosi. Nel corso degli anni intensificò i rapporti con le famiglie e decisamente con i fidanzati prossimi al matrimonio. La vicinanza ai più piccoli nella scuola materna lo incoraggiò verso un futuro promettente. Coi più grandicelli e con i giovani ha sempre auspicato d’aver accanto un coordinatore più qualificato e giovanile. A livello organizzativo della liturgia e delle opere parrocchiali fu decisamente instancabile. Quante opere d’arte inopinatamente accantonate è riuscito a far rivivere e a reinserire sorprendentemente nella comunità! Ha ristrutturato e riqualificato paramenti sacri e suppellettili d’uso comune e straordinario. Aveva una ricetta sua esclusiva per far risplendere calici, pissidi e ostensori da farli apparire nuovi fiammanti. Era questione di ineludibile decoro. Amava anche promuovere manifestazioni culturali. Belle mostre ripetutamente presentate agli appassionati. E poi: qualificati interventi a carattere architettonico ed edilizio a favore di una maggiore disponibilità ad accogliere e a beneficare. Non sempre gli è tornato però a doveroso merito. E’ stato persino minacciato e aggredito. Non si scoraggiò mai tuttavia. Era dotato infatti di grande determinazione. Poi però è venuto il momento peggiore. Una malattia inesorabile l’ha ridotto nella condizione in cui l’abbiamo visto di recente. Ma non ha mai pensato a limitare i suoi onnipresenti interventi movimentativi. Domenica 26 settembre lo sorprendemmo accasciato su una sedia in fondo alla chiesa. Lo salutammo e ci sorrise. Dopo la Messa, prima di andarmene, quando lì non c’era più nessuno me lo trovai di fronte mentre riordinava la disposizione delle sedie. Gli raccomandai: “Stia su di morale, mi raccomando!” Intercalò: “Il morale c’è ed è buono”. Però gli lessi negli occhi velati di malinconia, come a dire: “Il morale c’è, ma c’è altro che non va”. Ci salutammo silenziosamente. Queste sono le ultime parole che conservo con me. Ora non c’è più. E’ mancato nel giorno della Madonna del Rosario. Magari col rosario in mano come soleva fare nelle sere domenicali di maggio presso la Vergine delle grazie che si venera alle Orane.  E spero che Lei gli abbia almeno risparmiato atroci dolori – conclude lo storico osnaghese – ma che gli abbia rivolto quel sorriso che insieme lassù abbiamo spesso ammirato».
«La tua presenza quotidiana nella nostra scuola ci ha insegnato che la cura e l’attenzione per il prossimo arricchiscono prima chi dona di chi riceve – scrivono le insegnanti e il personale della scuola dell’infanzia di Osnago – La tua generosità silenziosa ci ha insegnato che l’amore sincero non fa rumore. La dolcezza che riservarvi ai bambini ci ha insegnato che il sorriso è uno strumento per donare gioia gratuita. Faremo memoria di questi tuoi insegnamenti, portando il tuo ricordo nel nostro cuore e ringraziando il Signore di averti avuto al nostro fianco».
«Grazie don per il cammino vissuto insieme fatto di gioie e a volte di fatiche. Chissà quanto abbiamo ancora da ricevere e da donare. Buon viaggio!» è il messaggio del Consiglio dell’oratorio osnaghese.
«Di lui ho il bellissimo ricordo di quando veniva a benedire. Gli piaceva molto che ci fossero tutti della famiglia riuniti per questo momento, e non mancava mai di scambiare due chiacchere anche con i miei figli più grandi – è il ricordo di Simona, mamma di Osnago  – Ricordo anche con affetto le serate davanti alla Madonnina delle Orane a pregare, era un momento in cui gli piaceva essere circondato dai presenti e dopo la recita aveva sempre qualche battuta sulla bellezza della nostra frazione. Non dimenticava mai i sassi benedetti, caramelle che faceva distribuire a tutti i presenti, raccontandone la storia. Inoltre ricordo i tanti insegnamenti ricevuti durante gli incontri delle domeniche per i genitori dei ragazzi in preparazione  ai sacramenti. In quelle occasioni donava tutto se stesso».
«Caro Don, hai annunciato al mondo la nascita del nostro Giacomo – ricordano Pietro e Paola – suonando le campane e condividendo con noi l’immensa gioia battezzandolo. Ti ricorderemo sempre con grande affetto. Riposa in pace».
«In questi quattordici anni di presenza di don Costantino nella nostra comunità, io e mia moglie Piera abbiamo avuto modo di collaborare con lui per il cammino dei fidanzati, il corso in  preparazione al matrimonio – ricorda Massimo Pedercini –  La sua attenzione verso i futuri sposi era molto sentita e partecipe e le coppie hanno sempre apprezzato i suoi interventi durante le serate degli incontri, anzi alcune di esse dopo anni di lontananza grazie al Don Costantino si sono riaccostate al cammino di fede. Il 27 settembre, nonostante la sua salute fosse già molto compromessa ha voluto mettersi a disposizione per iniziare ugualmente il corso fidanzati di quest’anno. E’ stato l’ultimo giorno in cui l’abbiamo visto sereno».
Anche i volontari del gruppo Piedibus partecipano al dolore della comunità osnaghese e salutano don Costantino. «Collaboravamo con Lui, nel periodo di Quaresima, tutti i venerdì mattina quando alcuni dei bambini delle tre linee piedibus, (ma non solo) si fermavano in chiesa per ascoltarlo. Prima di partire verso la scuola, con la sua tipica dolcezza, umiltà e pacatezza ci offriva the caldo e biscotti, allargando quel sorriso sereno che lo contraddistingueva. E’ così che vogliamo ricordarlo, mentre, con quel sorriso, si è messo in viaggio verso la casa del Signore».
Anche l’associazione Faresalute esprime la propria vicinanza a tutti i cittadini di Osnago per la perdita del loro caro parroco e ne ricorda la grande disponibilità e vicinanza che ha sempre dimostrato nei confronti della stessa associazione. «Siamo inoltre certi di ben interpretare il sentimento di gratitudine e di grande dispiacere della dottoressa Carla Magni, sua concittadina nonché responsabile scientifico di Faresalute per il forte legame che li ha sempre uniti».
«L’impressione che dava era di una persona schiva e molto riservata – è il pensiero di Gianna – Poi, quando gli parlavi, si trasformava e una parola buona te la diceva sempre. Lo ricorderò sempre con molto affetto».
Anche il neosindaco Gennaro Toto, a nome di tutta la cittadinanza di Cernusco, porge alla vicina comunità di Osnago le condoglianze più sentite ricordando il singolare impegno alla carità e la passione per la cultura e per l’arte del parroco Don Costantino Prina. «Come l’apostolo Paolo, don Costantino “ha combattuto la buona battaglia, conservando la fede”(Cfr 2Tm4,7). Che il Signore gli renda la corona di giustizia promessa a chi attende con amore la sua manifestazione».

D.V. e S.B.



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