Casetta gremita per la serata culturale di martedì 24 maggio che ha visto come protagonista Renato Pastorini, storico e residente a Montevecchia da trent’anni. Il suo è stato un ripercorrere la storia di Montevecchia dal 1800 a oggi con slides e con quella parlantina pacata e ben scandita che lo contraddistingue.
«Montevecchia prima del 1967 era con Cernusco Lombardone – ha esordito Pastorini – Si trovano tracce di Montevecchia anche nei sacri testi. Le prime elezioni comunali che segnarono l’autonomia da Cernusco furono il 27 novembre del 1967. C’è un bel libro che parla del nostro territorio: Monte delle vedette in Brianza reperibile solo in biblioteca».
Ha continuato poi narrando del primo conte di Montevecchia che era un feudatario e del primo imperatore italiano Carlomagno. «Ci fu un vero e proprio sistema feudale finché i terreni di Montevecchia vennero dati in “comodato d’uso”’ ad Alessandro Panigarola, il conte di Montevecchia. Questi fu sfortunato, non ebbe eredi e tutto passò in mano a Maria Gaetana Agnesi, famosa forse più per la matematica».
Dal periodo post-napoleonico Pastorini è passato a quello post seconda Guerra Mondiale. «La collina non era appetibile per gli appezzamenti terrieri, ma aveva una buona fama per i formaggini e per i salumi – ha continuato – Nel 1571 aveva 449 abitanti, nel 1589 erano 500, ci fu una pestilenza nel 1660 e diminuirono a 350.Tra il 1751 e il 1861 ci fu una florida attività agricola e la popolazione crebbe, mentre nel periodo dal 1871 al 1901 ci furono gravi danni all’agricoltura, probabilmente dovuti alla siccità e l’agricoltura crebbe poco». Ha proseguito poi tra una slide e l’altra nell’illustrare la trasformazione del Colle fino ad oggi. «Fra il 1967 ed il 1975 sono state stese le reti idriche e di fognatura e con esse ha avuto inizio il gran cambiamento». Ha mostrato come si è modificato il paesaggio negli ultimi 55 anni. Dove prima c’erano prati, ora ci sono condomini, ville. «Vedete – ha proseguito mostrando sullo schermo il cambiamento – dove siamo ora noi in questo momento prima c’era solo erba». Ha chiamato in causa Eugenio Mascheroni, il sindaco “storico” del paese presente alla serata. «Rimpiango di non aver registrato i ricordi degli anziani. Ricordo il primo vero sindaco: don Lorenzo, non io. Comunque, sindaco – rivolto all’attuale sindaco Ivan Pendeggia – ascolta i vecchi e scrivi.»
Non è mancato l’intervento del primo cittadino. «Ora Montevecchia non manca di niente, forse quello che manca è il bisogno di ricreare la comunità, il senso di appartenenza attorno ai valori. Avremo un occhio di riguardo per i giovani e per gli anziani, soprattutto per gli anziani».
L’ultimo intervento è stato del presidente del Parco di Montevecchia Marco Molgora. «Oggi c’è un grande ritorno alla terra utilizzando nuove tecniche, partendo dalla terra. Può dare nuova linfa ai nostri territori. Ringrazio Eugenio per aver creato l’ente Parco. Oggi c’è un grande afflusso di visitatori nelle nostre terre, dall’hinterland milanese soprattutto e chi viene vuole cercare una qualità di vita diversa. So che vengono prodotti addirittura dei cosmetici del Parco, c’è l’acqua di Montevecchia e sono stati creati nuovi posti di lavoro». Molgora si è poi soffermato sui progetti legati al turismo verde, lento ed ecosostenibile per la difesa del territorio e della biodiversità che sono capisaldi del Parco.
Ha informato che non sono mancate donazioni di terreni da privati, tra i quali 32000 metri quadrati di bosco e con alcuni fondi regionali se ne vogliono acquistare altri per ampliare il Parco. In programma anche progetti di fotovoltaico. La serata si è conclusa con i saluti finali.
M.V.


