Gentile redazione,
abbiamo letto e compreso le spiegazioni dell’assessore De Luca che ha sostanzialmente detto ai cernuschesi che una strada senza sbocco e una videosorveglianza che – prima o poi, forse – arriverà, sono sufficienti a proteggere la sicurezza dei bambini della scuola primaria.
Vorremmo però sottolineare un aspetto che forse l’assessore De Luca ignora. Tutti i miei coetanei cresciuti in questo paese ricordano con affetto “il vigile” che per anni li ha scrutati -severo e sorridente – all’entrata e all’uscita da scuola. Il vigile Franco era un pezzo della vita quotidiana del paese, un simbolo e un modo per sentirsi tutti più sicuri per il solo fatto che lui era lì, in mezzo alla strada, mentre i bambini con le cartelle gli passavano davanti. La sicurezza non può essere ridotta a una questione di strade senza uscita, è un problema di percezione e di relazione. E certamente lo sa bene l’Assessore che ha avuto una lunga consuetudine con l’Arma. La sicurezza “di prossimità” garantita dai Carabinieri in Italia e nel mondo, spesso non è una questione di “azioni” ma di “percezioni”: la sola vista di quegli uomini in divisa nelle strade dei paesi fa sentire più sicuri, a prescindere. Lo stesso vale per i ragazzi che entrano e escono da scuola: vedere il “vigile” li fa sentire custoditi e accuditi in un modo che nessuna telecamera di sorveglianza potrà mai realizzare.
Luca Maggioni

