LOMAGNA, UN LETTORE: TRA LAICITA’ E RELIGIONE

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Guardando i video e le fotografie relative alla Festa del paese di sabato 14 settembre e ascoltando i commenti dei cittadini, a parte i soliti discorsi sui problemi organizzativi (mancavano i tavoli, alcune bancarelle che dovevano esserci non si sono presentate ecc…) quello che mi ha colpito è stato vedere delle ragazzine in shorts ballare sul sagrato della chiesa.
Voi direte: “Ma che bigotta che sei” e forse è vero, ma il sagrato della chiesa, non è mai stato concesso, a mia memoria, da nessun parroco del passato per iniziative così “frivole” e sinceramente avrei preferito si continuasse su questa linea, non perchè sono “bigotta” ma per una forma di rispetto.
Questo piccolo evento eccezionale, mi ha portato a riflettere su quanto oggi la Chiesa di Lomagna sia cambiata, diventando un tutt’uno con l’attuale Amministrazione. Se da un lato può sembrare una cosa positiva la collaborazione o addirittura la fusione dell’Amministrazione e della chiesa locale, riflettendoci non è proprio così. L’Amministrazione, seppur in un paese cattolico, deve garantire tutti i cittadini, e non penso possa farlo identificandosi con la chiesa cattolica di Lomagna.
Non fraintendetemi, io sono cattolica praticante e non sono d’accordo nel togliere i crocifissi dalle scuole o nell’eliminare il presepio, ma sono fermamente convinta che l’amministrazione debba mantenere la propria laicità per tutelare al meglio tutti, soprattutto le minoranze. E nello stesso modo la Chiesa deve mantenere la propria identità, non può subire qualsiasi cosa l’amministrazione faccia, sul sagrato o nella sala della comunità, senza proferir parola, semplicemente perchè ormai non distingue più la linea sottile tra religione e stato.
Spesso confondiamo la laicità con l’essere ateo o contro la religione, non è esattamente così. Il laico è svincolato e libero da condizionamenti, in modo da poter  tutelare tutti. Ed è così che vorremmo la nostra amministrazione ed è così che mi hanno insegnato quando sui banchi di scuola si studiava ancora la Costituzione. Come vorrei vedere una Chiesa che procede a testa alta svincolata dalle logiche partitiche.
In realtà guardo con tristezza una lista che si proclama di sinistra e che annovera tra le sue fila persone fondatrici della sinistra storica, che  fino a poco tempo fa, si rifiutavano di entrare in chiesa e sputavano per terra quando vedevano un prete, fondersi e diventare un tutt’uno con l’ente religioso che a sua volta ha perso ogni identità ed indipendenza, succube di una Amministrazione troppo ingombrante, ma evidentemente all’attuale Compagno Parroco (don Peppone)  va bene così.

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