Lo scorso fine settimana si sono tenute le votazioni provinciali di Lecco che ha visto la vittoria della lista Casa dei Comuni Hofmann presidente con sei seggi; ai Civici per la provincia un seggio mentre La Provincia Territorio Bene Comune di centrosinistra 5 seggi. Riceviamo e pubblichiamo commento dell’associazione cernuschese Puntorosso.
La contro-riforma delle Province (Legge 56/2014, Delrio) compie 10 anni e, in questi giorni, sono state chiamate al voto. Si tratta di un voto di secondo livello, ovvero esercitato solo dai sindaci e dai Consiglieri comunali dei Comuni delle Province stesse.
Una legge nata male in quanto avrebbe dovuto anticipare gli effetti di una riforma costituzionale (Riforma Renzi), evidentemente data, a priori, per approvata e che, invece, gli elettori respinsero nel Referendum del 4 dicembre 2016. La conseguenza paradossale fu che la legge finì per disciplinare gli effetti di una riforma mai nata; insomma un pasticcio nell’architettura delle Istituzioni. Alla fine è nato un Ente ibrido, svuotato di risorse, di personale e di competenze.
Organi delle Province sono il Presidente, il Consiglio (nel caso di Lecco formato da 12 componenti) e l’Assemblea dei Sindaci (per Lecco 84).
In tutti questi anni nessuno dei nostri rappresentanti politici locali (sindaci, assessori, consiglieri comunali) ha mai fatto una riflessione sull’esclusione dal voto dei propri concittadini, come se le materie e i problemi trattati dall’ente, non riguardassero la salute, i beni comuni, la cultura e l’istruzione, la mobilità, i rifiuti, le attività produttive, per citare le più importanti, di tutta la popolazione.
Pochi mesi fa il Consiglio d’Europa ha emanato una raccomandazione che ne stigmatizza, fra l’altro, il “limitato campo d’azione, la carenza di risorse adeguate”.
In sintesi l’Unione Europea critica l’aspetto istituzionale che priva la popolazione del voto diretto azzoppandone il ruolo politico e segnala le carenze finanziarie; aspetto, quest’ultimo, che caratterizza, da decenni, tutte le Amministrazioni Pubbliche italiane. L’aspetto istituzionale, ovvero il ritorno alla elezione diretta, è affrontato, finalmente, da una proposta di legge che, però, giace nella Commissione Affari Costituzionali del Senato in attesa di un passaggio in aula che non si sta verificando. L’aspetto dei finanziamenti è trattato dalla riforma del Testo Unico degli Enti locali anch’essa in attesa, da tempo, di approdare al Consiglio dei Ministri.
Punto Rosso – Rete delle Alternative