REMO VALSECCHI, «I CITTADINI NON DEVONO SAPERE»

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Riceviamo e pubblichiamo un nuovo intervento di Remo Valsecchi (sopra nella foto) di Olginate, in merito a LRH che, a suo giudizio, continua, con argomenti pretestuosi, strumentali e inesistenti a impedire l’accesso civico ai documenti della Pubblica Amministrazione che deve essere l’esempio della trasparenza lo prevede una legge specifica il d.lgs. 33/2013 (F.O.I.A.).

Giorni fa avevo segnalato l’opinabile comportamento di Lario Reti Holding, attraverso il Responsabile della prevenzione della corruzione, e della trasparenza (RPCT), che impedisce l’esercizio di un diritto del cittadino riconosciuto da una specifica legge, ossia quello di avere copia di documenti della Pubblica Amministrazione, nella quale rientra anche la società, al fine di promuovere la partecipazione ed il controllo delle funzioni istituzionali e dell’utilizzo delle risorse pubbliche.
In occasione della prima richiesta di copia del verbale dell’assemblea soci dell’8 novembre scorso di LRH con all’ordine del giorno, tra l’altro, la distribuzione di un dividendo straordinario a favore dei Comuni, mi è stato risposto che il regolamento interno della società esclude l’accesso civico ai verbali degli organi sociali. Il Piano industriale presentato ai soci nella stessa occasione – ne ho avuto copia dopo la prima richiesta –  prevede, per gli anni 2022 e 2023 una perdita di circa 10 milioni di euro che si ripercuoteranno sulle tariffe del servizio idrico, le bollette dell’acqua, con un consistente aumento per gli utenti ossia le persone, le famiglie e le imprese della provincia ed in conseguenza il dividendo straordinario è inopportuno.
L’accesso al documento è escluso dal regolamento ma previsto e consentito dalla legge. Ovviamente ho replicato al diniego sottolineando la non corretta applicazione della legge con riferimento ad una impropria previsione del regolamento interno.
In questi giorni il Responsabile ha risposto abbandonando la tesi del diniego previsto dal regolamento interno e informando di aver attivato una diversa procedura che rasenta la farsa.
La legge prevede che, quando c’è il rischio di un pregiudizio concreto alla tutela di interessi privati, il Responsabile del procedimento debba dare comunicazione della richiesta agli interessati i quali possono opporsi alla consegna dei documenti.
La legge stabilisce che il pregiudizio alla tutela degli interessi privati si configuri quando vengono violate specifiche condizioni elencate senza possibilità discrezionale di estensione ad altre: a) la privacy che, nel caso specifico, non esiste poiché dal verbale si può rilevare solo il nome del rappresentante del Comune presente in assemblea che non è un segreto essendo tutti stati eletti dai cittadini in consultazioni elettorali; b) la libertà e la segretezza della corrispondenza, ipotesi completamente assente; c)  “gli interessi economici e commerciali di una persona fisica o giuridica, ivi compresi la proprietà intellettuale, il diritto d’autore e i segreti commerciali” (testuale).
Con riferimento al punto c) evito ogni commento, si commenta da solo, esprimo solo una forte preoccupazione poiché se i sindaci, o loro delegati, hanno interessi economici e commerciali personali diversi da quelli pubblici, qualcosa non funziona e, forse, un approfondimento è necessario. Credo, e spero, si tratti solo di un tentativo maldestro di impedire un giudizio politico.
Non compete a me valutare la eventuale illegittimità o illegalità della presenza di interessi privati, ammesso che esitano, da parte degli intervenuti all’assemblea soci di LRH, attendo la risposta e, poi, deciderò il da farsi, magari con opportune segnalazioni a chi di competenza. Peraltro, la risposta del Responsabile del procedimento, ha differito al 12 gennaio prossimo il termine per il ricorso al TAR Lombardia al quale non rinuncio.
Il documento mi deve essere trasmesso per precisa disposizione legislative in quanto trattasi di una delibera espressione di un atto di indirizzo politico che coinvolge e produce effetti positivi o negativi su tutti i cittadini, non è un capriccio personale o una banale contrapposizione.
Poiché si tratta di una distribuzione straordinaria di dividendi, ovvero di diverso utilizzo di denaro che potrebbe essere destinato alla copertura delle perdite della società riducendo il costo che ne consegue per gli utenti, vorrei solo sapere quale Comune ha richiesto la distribuzione del dividendo e quale Comune ha votato a favore o contro. Confermo che la mia volontà è quella di diffondere questo dato perché i cittadini devono sapere chi sono i loro delegati che si preoccupano o meno dei loro bisogni e problemi.
La consegna del documento non costituisce rischio di pregiudizio ad interessi privati in discussione ma può essere il rischio, positivo o negativo, di un giudizio politico che la legge per la trasparenza non esclude, anzi, promuove.
La questione non è un fatto personale, i cittadini devono conoscere chi sono i loro eletti che cercano di nascondere quello che deve essere pubblico perché i Comuni devono essere case di vetro, per questo motivo la rendo pubblica.

Remo Valsecchi



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