UN LETTORE SUL “ROSARIO DI SALVINI”

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Gentile redazione,

leggo molte reazioni scomposte e francamente esagerate rispetto al gesto del leader della Lega Matteo Salvini che domenica scorsa, durante la manifestazione in Piazza Duomo a Milano, ha invocato la protezione dei patroni d’Europa per il nostro continente e la protezione del cuore immacolato di Maria per il nostro Paese, mostrando il rosario.
Francamente non capisco dove sia lo scandalo. Il crocefisso e molti simboli cristiani sono parte integrante della nostra storia e della nostra tradizione, anche al di là dell’essere o meno credenti, anche al di là della dimensione personale che attiene alla fede di ciascuno di noi. Sono simboli che rappresentano le radici comuni, le radici di tutti, anche dei laici, anche degli atei, anche degli agnostici. Trovo profondamente sbagliato ignorare la loro rilevanza e il loro significato per la comunità tutta, che travalica l’ambito puramente religioso. E trovo profondamente sbagliato attaccare strumentalmente chi, come Salvini, cerca di riaffermare le radici cristiane del nostro continente anche attraverso gesti semplici che ogni credente compie nel quotidiano. Chiedere protezione alla Madonna e dimostrare affetto nei confronti del rosario, anche in pubblico, non dovrebbe suscitare alcuna riprovazione. Come non dovrebbe suscitare scandalo il fatto che gli emblemi religiosi e tradizionali possano entrare nel dibattito politico. Soprattutto in un Paese come il nostro che è stato governato per mezzo secolo da un partito che aveva come simbolo una croce e che, legittimamente, si definiva “cristiano”. Come si definiscono “cristiani” diversi altri grandi partiti attualmente attivi a livello europeo, a cominciare da quello di Angela Merkel.
Salvini viene attaccato per la politica sull’immigrazione al grido di “restiamo umani”. Quando è stata proprio la politica dei “porti chiusi” di Salvini a determinare una forte riduzione delle morti in mare. I dati dal 2015 ad oggi, forniti dall’ UNHCR, sono chiari nella loro drammaticità. Nel 2015 le morti sono state 3.771, nel 2016: 5.096, nel 2017: 3.139, nel 2018: 2.277 e nel 2019: 402. (Nb dati pubblicati sulla sua pagina facebook da Susanna Ceccardi che lavora con Salvini e è candidata alle Europee).
Da notare che il triste record di decessi si è verificato nel 2016, quando governava il Pd e nessuno intendeva porre un argine ai flussi di immigrazione clandestina. Agevolare l’immigrazione legale e non quella clandestina, limitare gli sbarchi come già aveva cominciato a fare lo stesso Pd con Minniti (dopo l’ennesima batosta elettorale) è solo indice di buonsenso, pragmatismo e umanità. I naufraghi vengono salvati, l’Italia continua a ospitare persone in difficoltà e ad aprire le porte ai veri profughi di guerra. Semplicemente Salvini ha ristabilito un principio non derogabile per qualsiasi Stato: tutelare i confini e decidere le proprie politiche migratorie.
Uno Stato che accoglie chiunque indistintamente mette a rischio la sicurezza dei cittadini e la coesione sociale. Solo le persone in malafede possono sostenere che l’arrivo di 600mila immigrati nel giro di pochi anni, durante i governi di centrosinistra, non abbia generato gravi problemi di ordine pubblico. Papa Ratzinger sosteneva il “diritto a non emigrare”. Lo stesso Papa Bergoglio ha detto che “se non si può integrare, meglio non accogliere”. Ciò che invece mi pare scandaloso e gravissimo, sono le continue minacce di morte che Salvini, ministro della Repubblica e leader di uno dei principali partiti politici italiani, riceve quotidianamente. Non critiche, che sono assolutamente e ovviamente legittime, ma minacce di morte. Sui muri, attraverso striscioni e persino attraverso proiettili inviati per posta. Una recrudescenza di certa violenza politica anni Settanta che andrebbe unanimemente condannata, senza tentennamenti. E invece c’è chi tace, nicchia o ricorre a distinguo inaccettabili. E c’è addirittura chi, più o meno esplicitamente, giustifica questo tipo di azioni criminali. Non possiamo tornare ai tempi bui dei “compagni che sbagliano”.
Non possiamo vivere in un Paese in cui si moltiplicano le minacce di morte, da parte di vigliacchi connotati politicamente, nei confronti di chi ha un’idea diversa dalla loro. Abbiamo il dovere di tutelare la democrazia e la libertà di pensiero e di opinione.

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