CONRATER: «LA DIVERSITÀ DI OPINIONI È UNA SICUREZZA!»

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Caro Dario,
non credo che in politica “L’unione fa la forza” come propone il titolo del tuo editoriale.
Credo invece che in politica “La diversità di opinioni è una sicurezza” da preservare.
Ho letto con attenzione il tuo editoriale e quello che tu auspichi per Cernusco (la presentazione di una lista unica) forse sta già accadendo alla Valletta e a Calco due comuni molto vicini a noi e che andranno a elezioni già nel prossimo mese di settembre.
Lì è forte (per me) il rischio che si presenti una sola lista – magari con persone di diversi orientamenti politici – ma pur sempre un gruppo di persone che governerà il paese senza opposizioni e senza nessun contraddittorio.
Rinunciare alle opposizioni per evitare che la politica sia divisiva all’interno del paese è un po’ come rimpiangere i tempi dei Podestà.
L’immobilismo dell’amministrazione di Cernusco non si può certo addebitare alle minoranze che propongono soluzioni alternative a quelle pensate dalla maggioranza. La maggioranza, se lo vuole e se ne è convinta, ha tutti i mezzi per portare avanti i suoi programmi nonostante l’opposizione delle minoranze.
Ripeto se lo vuole e se ne è convinta.
Perché poi se invece di seguire le sue convinzioni pensa più ai sondaggi elettorali, allora rinuncia al Progetto di unificare i Cernusco con Osnago e Lomagna e magari rinuncia anche al Progetto della Piazza al primo apparire all’orizzonte di un Comitato di cittadini contrari (come sta facendo retromarcia sui bitumi all’Andegardo!).
Temo invece, caro Dario, che la ragione vera dei sostenitori della Lista unica (oggi alla Valletta e a Calco) e magari domani anche a Cernusco sia un’altra: sia cioè la volontà di togliere di mezzo l’unica struttura in grado di controllare l’operato degli amministratori.
Solo le minoranze oggi sono in grado di leggere e verificare ogni singolo atto del Comune, intervenendo laddove le cose sono poco chiare o si evidenzino scorrettezze amministrative.
Un tempo le Prefetture effettuavano scrupolose visite ispettive per garantire la piena legalità degli atti.
Poi questo compito passò ai Comitati Regionali di Controllo che quando trovavano  cose poco chiare convocavano Sindaci e Segretari per giustificare davanti al Comitato quanto avevano fatto.
Infine con una riforma successiva anche il Comitato Regionale fu soppresso.
E il ruolo di controllo oggi lo possono fare solo le minoranze attraverso l’esame puntuale degli atti che discutono e approvano o non approvano in Consiglio comunale.
Compito non facile come quando si trovano di fronte a comportamenti e atti che si collocano al di fuori della legalità (Retesalute insegna!).

Antonio Conrater



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